Dopo l’anteprima nel numero scorso, ecco l’intera intervista al prof. Brilli. Mettetevi comodi, ne sentiremo delle belle…
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Professore Brilli, perché è importante il Pcto?
“È importante perché è un'esperienza di vita che si fa solitamente sul campo, cioè in un'azienda. Per Pcto si può intendere anche una serie di incontri fatti con esperti a scuola; è importante perché dà un esempio agli studenti del mondo del lavoro che incontreranno dopo la scuola”.
Come viene gestito il Pcto?
“Ha una procedura molto lunga: la parte principale è individuare l’indirizzo, le classi e gli studenti per poi procedere all’inserimento nelle aziende. Ogni classe verrà seguita da un tutor aziendale che li accompagnerà per tutta la durata del loro percorso e durante l’orientamento”.
Qual è il vantaggio dei ragazzi che partecipano al Pcto a partire dal terzo anno?
“Permette a loro di vedere delle realtà professionali: questo vantaggio non deve essere visto come vantaggio pecuniario, ma come esperienza lavorativa. È importante perché si sviluppa una capacità fondamentale di osservazione che permette di intravedere già il mondo lavorativo. Serve inoltre per capire se è il settore giusto, nel quale lavorare dopo la maturità”.
Secondo lei l’esperienza del Pcto rende i ragazzi più maturi?
“Rende i ragazzi più maturi e responsabili, proprio perché è utile ai ragazzi, li fa avvicinare al mondo del lavoro che è più ostile rispetto all’ambiente scolastico. Bisogna andare in azienda con la voglia di imparare, è necessario mettersi alla prova per capire se questo ambito è adatto a noi”.
Secondo lei prof. quanto è importante il ruolo del responsabile del Pcto all'interno della scuola?
“Dipende dal tipo di scuola, all’interno degli istituti tecnici e professionali è una figura importante perché ha sempre avuto una forte connessione con le aziende”.
Ha un sogno del cassetto? Se sì quale?
“Di solito i sogni nel cassetto li hanno i ragazzi della vostra età. È importante crederci e provare a realizzarli. Nel mio caso il sogno nel cassetto di natura professionale è cercare di lasciare un segno e un insegnamento: le esperienze professionali non vanno giudicate nel bene o nel male, la cultura in questo ambito è molto importante. Dal punto di vista personale sarebbe bello avere più tempo per andare a vedere film, opere e spettacoli; purtroppo non sempre posso, perché spesso a fine giornata mi sento cotto come una pera matura”.
Prof. noi le vogliamo bene e abbiamo deciso di lasciare quest’ultima frase che ci ha detto perché ci fa capire che non siamo i soli a essere stanchi dopo la scuola e i laboratori. Viva le pere cotte!