Il Gruppo Teatro del Carlo Porta ha portato in scena “Miseri nobili”, ispirata alla celebre opera di Eduardo Scarpetta “Miseria e Nobiltà”. Due le tappe della compagnia.
Il Gruppo Teatro del Carlo Porta ha aperto il sipario sull’opera “Miseri nobili”. Due le tappe della compagnia: lunedì 29 maggio al teatro Filodrammatici di Treviglio e mercoledì 7 giugno presso l’aula convegni dell’istituto. Il gruppo teatro, guidato da Cinzia Brogliato e David Bonaccina del ComTeatro, ha partecipato al Festival Laivin. Coordinatrici del progetto scolastico sono le professoresse Debora Saviano e Dania Stefanoni.
Lo spettacolo è frutto di un’originale rielaborazione della celebre opera di Eduardo Scarpetta “Miseria e Nobiltà”. In “Miseri nobili” due famiglie di coinquilini dividono la miseria di una tavola sempre vuota. Il costante desiderio di cibo si intreccia a storie d’amore e fidanzamenti osteggiati. Per potersi assicurare un pasto, sono tutti disposti a travestirsi per recitare la parte di finti genitori nobili ma, come prevedibile, il trucco alla fine si svela. D’altronde l’importante è solo riuscire a partecipare a una buona cena in allegria.
Abbiamo sentito il parere sull’esperienza di una studentessa-attrice, nonché membro della redazione di “Radio-Magazine Porta-MI con te”, Michela: “credo che fare teatro sia un modo per evadere, una sorta di gioco in cui bisogna imparare un copione, indossare vestiti e trucco. Per me è stata una scoperta emozionante, recitare mi dà un senso di libertà e interpretare ogni volta personaggi diversi fa sparire la mia timidezza. Sento le paure e l'ansia sparire, semplicemente recitando. Credo che l'intera nostra vita si possa definire un copione che non si sa chi l’abbia scritto; penso che anche per la vita alcune pagine si possano cancellare e riscrivere, poiché ognuno è artefice del proprio destino. Il teatro diventa un luogo sicuro, dove ritrovarsi e confrontarsi, come in una grande famiglia in cui sentirsi a casa. Molti andranno e altri verranno, lasciando su quel palco emozioni e storie che non dimenticheremo mai, che ci faranno riflettere su chi siamo e cosa vorremmo essere nel prossimo copione della nostra vita”.
E ora sipario, applausi!