Donatien e Sara della redazione 7 Per la Musica di “Radio-Magazine Porta-Mi con te” hanno intervistato la psicologa Noemi Tuccitto per parlare di emozioni e sentimenti
Come mai ha deciso di studiare psicologia?
“L’ho deciso alle superiori facendo orientamento e vedendo tutti gli sbocchi professionali. Mi ha soprattutto affascinato il funzionamento della mente. Col tempo mi sono accorta di avere una capacità di riflessione, di ascolto ed empatia indispensabile per questo lavoro. Pian piano ho deciso di iniziare questo percorso. Ciò che mi ha dato di più lo stimolo era la voglia di supportare le persone, di sentirsi un palo nella tempesta che è la vita, perché quando una persona si trova disorientata, in preda alla paura, alla tristezza e alla rabbia si immagina al buio e grazie a un percorso di terapia può riuscire a ritrovare la luce in fondo al tunnel. Mi appassiona come lo psicologo possa dare una visione diversa di sé stessi”.
C’è un libro che parla di emozioni e sentimenti che l’ha colpita particolarmente?
“C’è un libro che mi ha molto colpita, si intitola “La meccanica del cuore”. Parla di un bambino che nasce con un cuore congelato. La mamma lo abbandona alla nascita lasciandolo con una levatrice che per far funzionare il suo cuore decide di metterne uno meccanico. Gli dà delle regole che deve assolutamente seguire, cioè non innamorarsi, non toccare le lancette, dominare la rabbia e non provare emozioni, perché altrimenti le lancette avrebbero trafitto il suo cuore perciò la meccanica del cuore sarebbe andata in pezzi. Questo bambino però cresce e intorno ai 10 anni incontra per caso in strada una ballerina e se ne innamora perdutamente ed è lì che inizia a provare emozioni, perciò la meccanica del suo cuore inizia ad andare in frantumi; sta male, sviene e la levatrice gli rinfaccia quello che gli aveva raccomandato. Lui però nel corso della sua vita continua a cercare questa ballerina che non aveva mai più rivisto, perché vuole provare ancora quel sentimento forte. Infine il bambino scopre che in realtà la meccanica del suo cuore era costruita dalla mamma e dalla levatrice e che non funzionava così, era soltanto un modo per farlo stare in gabbia nelle sue emozioni e per proteggerlo da esse. Ciò che mi piace di questo libro è che il protagonista non si arrende e continua a cercare la ballerina – l’amore - per tutta la vita andando oltre alla paura”.
In che modo pensa che il lavoro come docente di sostegno si amalgami bene con il lavoro di psicologa?
“Studiare psicologia mi ha aiutata molto, perché oltre al fatto di avere ottime basi teoriche conoscere il funzionamento della psiche mi ha aiutata anche nell’aspetto didattico e cognitivo. Mi permette di andare più in profondità, mi fa comprendere il perché uno studente non ha raggiunto un determinato obiettivo. Si va a capire la causa di determinati comportamenti e non ci si ferma in superficie. Si crea un rapporto speciale: così come lo psicologo fa guardare con nuovi occhi, anche l’insegnante di sostegno a piccoli passi porta lo studente al raggiungimento di un traguardo”.